E’ per me stato un grande onore essere stato premiato in occasione della rassegna Montedidio racconta, per il documentario su Lamont Young, in un contesto prestigioso quale l’ Istituto Italiano per gli Studi Filosofici a Palazzo Serra di Cassano.
Ringrazio gli organizzatori, in particolare Laura Cocozza e Max De Francesco, così come ringrazio Gaetano Bonelli del Museo di Napoli, che mi ha premiato.
Condivido questo premio con tutte le persone che hanno partecipato al documentario e ne hanno reso possibile la realizzazione.
Lo condivido inoltre con tutte le persone, soprattutto i giovani, che quotidianamente lavorano alla tutela ed alla promozione del nostro patrimonio, con un pensiero in particolare alla memoria di Vincenza Donzelli, a cui la rassegna è dedicata.
Dopo aver portato più di mille spettatori in sala, torna “il Sogno di Lamont Young”, un film documentario di Francesco Carignani, sulla vita del geniale architetto che a fine ‘800 aveva immaginato una Napoli futuristica.
Vi aspettiamo MARTEDI’ 6 giugno, con due spettacoli, alle ore 19.30 ed alle ore 20.30, presso la sala cinematografica dello spazio In Arte Vesuvio, a via Nazario Sauro 23, a Santa Lucia (contributo per la proiezione: 5€).
Parcheggio convenzionato: Power Santa Lucia, via Petronio 6.
E’ CONSIGLIATA la prenotazione con una mail a fucinaumanisticadigitale@gmail.com specificando i nominativi e l’orario prescelto.
Un mio intervento alla Radio Nazionale Argentina. Abbiamo parlato di Napoli e del Napoli e, soprattutto, di quello che ha rappresentato e rappresenta Maradona per la città.
Sono felice di aver avuto la possibilità di raccontare Napoli ed il Napoli in un’intervista alla BBC. Però ho avvertito anche una grande responsabilità: per me era importante far capire non solo l’amore per la squadra, ma anche quello per la nostra città. Ho quindi parlato del retaggio di capitale che ci portiamo sulle spalle, la frustrazione nel vederci declassati a terza città d’Italia e di veder partire tanti giovani per andare al più ricco nord. L’ho detto chiaramente: questo non è solo sport, è anche una “social issue”. L’immagine di questo Napoli vincente credo ci riscatti, soprattutto all’estero, da un narrazione molto negativa che Napoli ha subito in questi ultimi decenni. Merito di una squadra fenomenale, di un coach bravissimo e soprattutto di un Presidente unico.
Si è concluso il congresso nazionale di ICOM l’International Council of Museums. Come Consigliere del coordinamento campano, sono stato felice di partecipare a questa importante occasione di confronto con altri professionisti del settore museale e discutere insieme su come immaginiamo i prossimi cambiamenti dei musei
Nella giornata in ricordo del Professor Giancarlo Alisio, abbiamo proiettato il documentario su Lamont Young nell’aula magna del Dipartimento di Architettura della Federico II.
Sono stato veramente felice di poter presentare il documentario in questo contesto e sede, così come sono stato molto felice che l’aula fosse piena all’inverosimile.
A questo punto non possiamo non continuare a ripetere: la prossima proiezione de “il Sogno di Lamont Young” è prevista MARTEDÌ 14 marzo, alle ore 19.30 ed alle ore 20.30, presso la sala cinematografica dello spazio In Arte Vesuvio, a via Nazario Sauro 23, a Santa Lucia (contributo per la proiezione: 5€).
In sala sarà presente l’autore per presentare il documentario.
Parcheggio convenzionato: Power Santa Lucia, via Petronio 6.
E’ necessaria la prenotazione via mail a fucinaumanisticadigitale@gmail.com specificando i nominativi e l’orario prescelto.
In questi giorni si è parlato di una possibile chiusura del cinema Metropolitan a Napoli. Si vocifera che l’alternativa sarebbe un bingo. Faccio fatica a credere che si possa aprire un bingo così grande in quegli spazi e mi interrogo anche se i bingo siano veramente così frequentati: pare soprattutto dai giovani.
Il discorso sulla chiusura di questo cinema diventa molto complesso e secondo me rischia di travalicare l’ambito cittadino verso un discorso generico sui consumi culturali. Come ed a chi possiamo chiedere di tenere un cinema aperto se le sale si stanno svuotando? Quanti di noi stanno andando al cinema ultimamente? Sicuramente la pandemia ha inciso notevolmente, ma, la verità, è che le piattaforme digitali stanno portando cambiamenti enormi nella distribuzione dei film e le sale purtroppo stanno subendo questo cambiamento.
PRIMO discorso quindi: cambiano i modelli distributivi.
SECONDO discorso: la qualità. Vale la pena andare al cinema a vedere l’ennesima commedia italiana? Il cinema riesce ancora a trasmetterci grandi emozioni rispetto alla tv? Certamente, se penso a film come la Dolce Vita, Lawrence d’Arabia, 2001 Odissea nello Spazio, C’era una volta il West e tanti altri capolavori, credo che la scelta tra cinema e tv, sia scontata. Il cinema ha un fascino innegabile. Quanti bei film stanno uscendo però ultimamente rispetto al passato? I film Marvel e dei supereroi, che pure incassano mostruosamente, sono qualitativamente adeguati per essere visti ancora dopo decenni, come i passati capolavori del cinema? A me annoiano alla seconda visione, spesso già alla prima.
TERZO discorso: c’è un problema culturale. Che tanti giovani oggi preferiscano andare a giocare al bingo, piuttosto che al cinema, mi fa pensare che genitori ed educatori non hanno svolto pienamente il loro ruolo nella formazione culturale dei giovani.
QUARTO discorso: il mercato. Il cinema ha avuto il suo apice, questi sono forse gli anni del declino. Può una Pubblica Amministrazione andare contro il mercato e lavorare perché i cinema non chiudano? Ho dei dubbi che questo possa avvenire in un paese moderno e democratico, se non in una misura marginale. Ricordo che anni fa gridavamo allo scandalo perché le librerie chiudevano e nessuno le salvaguardava. Poi gridavamo allo scandalo perché apriva Feltrinelli, il megastore dei libri. Oggi lo scandalo è la chiusura (momentanea?) di Feltrinelli. Il problema forse non era che le librerie chiudevano, ma l’inadeguatezza di quei modelli di vendita. Gli italiani sicuramente (lo dice l’ISTAT in maniera drammatica) leggono di meno, ma credo che la chiusura delle librerie sia un sintomo, non la causa. Stesso discorso è per i film: non credo che con la chiusura dei cinema guarderemo meno film (magari più serie), ma semplicemente lo faremo in altre modalità.
Combattere per tenere aperte delle sale che sono quasi vuote, ha senso? Anche se noi stessi siamo i primi a non andarci? Forse dovremmo accettare il fatto che negli anni le città cambiano e con loro gli esercizi commerciali. Pensiamo a via Morelli negli ultimi decenni, ma anche a via Cavallerizza molto tempo prima.
A mio avviso quindi più che combattere per tenere aperti dei luoghi, dobbiamo combattere per la cultura in generale.
Solo così riusciremo a tenere aperti i cinema, le sale concerto, le biblioteche, i musei ed i luoghi della cultura.
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