Sono molto contento che la mia idea sia stata selezionata tra le 100 idee per l’Albergo dei Poveri ed ho trovato veramente utile l’idea del Ministro Mara Carfagna. Alcuni interventi sono stati molto interessanti, pochi sono quelli economicamente sostenibili, a mio avviso.
Adesso però è necessario prendere una decisione per iniziare un processo di cambiamento. Processo che probabilmente durerà molti anni, ma che prima inizia, prima terminerà.
Oggi sul Il Mattino un’interessante articolo di Maurizio Bifulco sul Mausoleo Schilizzi.
Grazie per aver citato la conferenza al Pan di due anni fa e la mia idea di trasformare quella zona in un hub green (ecco il link https://youtu.be/sRATN1C6r88 )
Speriamo che il Mausoleo possa tornare ad essere presto accessibile ai tanti turisti e soprattutto ai napoletani.
Sono perfettamente d’accordo con l’Assessore Luca Trapanese : non si potrà mai garantire il decoro in galleria così. A queste persone sfortunate deve essere garantito un posto dove dormire ed un pasto, ma se rifiutano di accettare aiuto, non può essere loro permesso di restare lì, mangiare, bivaccare e sporcare. Ci sono tante associazioni a Napoli che fanno un lavoro straordinario con le loro mense. Permettere di distribuire i pasti a chi si rifiuta di andare in cui luoghi, genera solo caos e degrado. Lo so che questo può essere un punto di vista impopolare, ma altrimenti la galleria resterà sempre così com’è. La Galleria Umberto può tornare ad essere un luogo civile, adottando come modelli le gallerie di Milano e Roma. Perché a Napoli non si dovrebbero applicare le stesse leggi?
I cimiteri di Napoli rappresentano una importante parte del nostro patrimonio culturale, per la storia ed architettura. Meriterebbero di essere promossi e valorizzati, come avviene in tante città del mondo, ed invece li stiamo perdendo.
Il centro storico di Napoli è uno dei più belli del mondo. La sua unicità è stata riconosciuta perfino dall’UNESCO, che ha sottolineato la sua “cultura unica al mondo, che diffonde valori universali per un pacifico dialogo tra i popoli” ed ha inserito il centro storico tra i beni che appartengono all’umanità intera.
C’è una piccola modifica che si potrebbe apportare per valorizzare alcune piazze e migliorarne notevolmente l’estetica ed il decoro. La mia proposta è di rimuovere i cassonetti e le campane dei rifiuti dalle più importanti piazze storiche napoletane. Come avviene ad esempio a Roma e Milano, dove non sono presenti campane dei rifiuti a Piazza Duomo o a Piazza Navona, così a Napoli non dovrebbero essercene in piazze come Piazza Trieste e Trento, Piazza del Gesù, Piazza Dante, Piazza San Domenico Maggiore, Piazza San Gaetano.
Questo non significa rinunciare alla raccolta differenziata in quelle zone. Con un lavoro un semplice, Asia Napoli è riuscita in dieci anni ad aumentare di quattro volte e mezzo il numero delle utenze servite dal porta a porta, da 122.000 a 539.000 (fonte sito web di Asia Napoli). Andrebbe chiesto quindi ad Asia di organizzare un lavoro straordinario, concentrato su queste piazze, per mantenerle pulite con il porta a porta, senza l’utilizzo di campane per i rifiuti.
Un impegno importante, ma che avrebbe un forte impatto sull’estetica di questi luoghi, agli occhi dei cittadini come a quelli dei turisti, e che renderebbe queste piazze ancora più belle.
Negli ultimi tre anni l’Amministrazione Comunale con il coordinamento della già Assessora ai Giovani e al Patrimonio Alessandra Clemente ha avviato un processo di recupero dell’ex mercato di Sant’Anna di Palazzo, ai Quartieri Spagnoli. La struttura, costruita dal celebre architetto Salvatore Bisogni negli anni ’80, è purtroppo caduta in disuso dopo alcuni anni, diventando un ricettacolo di spazzatura. Ho dato personalmente forte impulso ad attivare la fase di recupero.
Con Asia e Napoli Servizi abbiamo ripulito, in 21 giorni, dieci anni di rifiuti abbandonati, bonificando e sanificando la struttura. Il passaggio successivo è stato di convocare due assemblee di quartiere e chiedere di cosa il territorio avesse più bisogno. Le risposte sono state prevalentemente uno spazio per i giovani della zona, per permettere di investire il loro tempo libero in maniera sana, lontano dalla delinquenza. Abbiamo quindi coinvolto l’Istituto per Geometri “G.B. Della Porta – G. Porzio” e chiesto agli studenti di effettuare i rilievi della struttura e, ascoltati i residenti, di proporre progetti per l’ex mercato.
Le risposte dei ragazzi sono state le nostre linee guida per formulare un bando di affidamento della struttura tramite una procedura ad evidenza pubblica. Il responsabile del progetto vincitore è stato quindi coinvolto in un tavolo tecnico con i professori Mario Losasso e Renato Capozzi in rappresentanza dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” la coprogettista dell’opera Anna Buonaiuto e i Dirigenti del Comune a vario titolo coinvolti. Questo processo di confronto ha rallentato l’inizio dei lavori, ma è stato fondamentale per definire un progetto di ristrutturazione e rifunzionalizzazione in grado di non tradire il progetto originario dell’architetto Bisogni. Il tavolo di lavoro ha concluso a fine luglio i suoi lavori.
Presto potranno iniziare i lavori che porteranno una struttura abbandonata a trasformarsi in uno spazio aperto alla città, una vetrina per i prodotti del Made in Naples nella corte scoperta e uno spazio dedicato ai giovani dove possano studiare e confrontarsi, con numerose attività. Uno spazio importante per i residenti del quartiere, ma che mi auguro possa diventare un luogo di grande interesse anche per i tanti turisti che negli ultimi anni hanno popolato i quartieri spagnoli e che nell’ultimo periodo stanno tornando a Napoli.
Dopo 5 bellissimi anni di lavoro per il nostro territorio come Consigliere della Prima Municipalità (dove ho ricoperto tra l’altro l’incarico di Presidente della Commissione Trasparenza), ho deciso di candidarmi alle prossime elezioni per il CONSIGLIO COMUNALE. Sono consapevole della complessità di questa sfida, ma credo in questi anni di aver lavorato in maniera fattiva a cercare soluzioni ai problemi del nostro territorio (e non solo), evitando la sterile denuncia fine a se stessa ed evitando di scendere in quella ressa che a volte può essere la politica, quando priva di contenuti.
Certamente vi chiederò di supportarmi in base ad una fiducia personale, ma nelle prossime settimane ho intenzione anche di presentare un mio programma personale, formato da obiettivi a cui puntare, con due grandi priorità: la cultura ed il verde.
5 anni fa sono entrato in politica ed ho avuto modo di guardare tante dinamiche dall’interno. Forte della mia esperienza, è per me inevitabile presentarmi alle prossime elezioni all’interno di una lista civica, a supporto di Alessandra Clemente. Per molti versi, sono sicuro che Alessandra sarà molto differente dall’attuale Sindaco e che saprà dialogare con tutte le forze politiche e civiche per il bene della nostra città. Non ho nulla contro gli altri candidati sindaci, ma non potrei candidarmi in quegli schieramenti, con troppe persone e dinamiche lontane dalla mia visione della politica. Scelgo di impegnarmi per la mia città e di farlo accanto ad una persona che, per storia personale, è e sarà sempre una garanzia unica di legalità.
Grazie a tutti voi per la fiducia e la stima che mi avete accordato e per il vostro supporto per il futuro.
Come è stato per il passato, posso promettervi soltanto una cosa: IL MASSIMO IMPEGNO! Di più e non di meno.
Inaugurata nel 1839, la stazione Bayard era uno dei due capolinea della prima tratta ferroviaria italiana, la Napoli-Portici. Il nome “Bayard” deriva dall’ ingegnere Armand Joseph Bayard de la Vingtrie, uno degli affidatari della concessione di costruzione della ferrovia da parte del Re Ferdinando II. Le locomotive che partivano dalla stazione erano tre, la Longridge, la Vesuvio e la Bayard. Nel 1843 una stazione gemella, da cui partiva il treno per Caserta, veniva costruita a lato della stazione Bayard.
Nel 1866 viene inaugurata la stazione centrale e la stazione Bayard viene trasformata in deposito-officina ferroviaria. Nel 1930 l’ex stazione subisce una nuova trasformazione ospitando una sala teatrale per il Dopolavoro Ferroviario delle Ferrovie dello Stato. I bombardamenti del 1943 ed un incidente nel porto, distruggono quasi tutta la struttura. Il terremoto del 1980 prosegue quest’opera di distruzione. Dall’anno del terremoto la struttura passa al Comune di Napoli, rimanendo in stato di abbandono fino ai giorni nostri.
La stazione Bayard rappresenta una parte importante della memoria storica della città e, direi, anche del paese e per tanto andrebbe recuperata velocemente. Reputo fondamentale però, ragionare su cosa potrebbe diventare e per farlo credo sia estremamente utile e produttivo avere un confronto con i residenti della zona, coinvolgendoli e capendo le loro necessità. Una volta decisa una destinazione d’uso, si potrebbe pensare di recuperare la stazione con dei fondi europei e/o tramite un bando di affidamento. E’ chiaro che questi percorsi chiederebbero molto tempo, soprattutto a livello burocratico: a mio avviso è una problematica che non deve spaventare. Prima si inizia il recupero della stazione, prima potremmo dare una nuova vita alla struttura. Condividi se sei d’accordo www.francescocarignani.it
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