Credo che sia importante accettare il fatto che la maggior parte degli italiani non sia minimamente scandalizzata di vedere importanti cariche della Repubblica Italiana in queste vesti vacanziere. Questo è un problema, ma non credo sia il maggiore. Credo che abbiamo ben altro di cui scandalizzarci, come l’ormai comune utilizzo di un linguaggio triviale che punta al ribasso, all’insulto ed alla mancanza di rispetto verso tutti, compreso le Istituzioni. La politica dovrebbe ispirare i cittadini, non rincorrere le peggiori tendenze.
In questo modo di far politica non c’è nulla di concreto se non la necessità di spaventare ed illudere le persone, al fine di colmare la carenza di contenuti politici, economici, sociali e, soprattutto, culturali. Per questo gli immigrati sono il primo problema: “l’uomo nero” spaventa più della recessione, dell’analfabetizzazione, della fuga dei giovani all’estero, dello spopolamento di metà del paese.
Credo che oggi chi non manifesta a gran voce il proprio sdegno verso tali personaggi di nessuno spessore e resta in silenzio, abbia grandi colpe.
Ricordiamoci allora quello che dovrebbe essere il peggior momento della storia, il medioevo, che tanto buio non è stato. Ricordiamoci quante chiese, monasteri e biblioteche che sono nate, fucine di un sapere teorico e tecnico, di una cultura unica, che ha portato al nostro Rinascimento. Cerchiamo oggi di far uscire dai moderni luoghi del sapere tematiche e discorsi che riescano a toccare le persone comuni, provando ad elevare la nostra società, parlando al cittadino di etica, di arte e di Politica, con un’ottica Europea e con una visione che influenzi almeno i prossimi cent’anni. Puntiamo a scrivere leggi che non debbano essere modificate ogni sei anni. Torniamo a costruire edifici, a scrivere testi ed a comporre musiche che ispirino le future generazioni.
Perché solo la Cultura può sconfiggere questa anti-cultura di ignoranza e rozzezza.